Turismo nei Parchi Nazionali

I 23 Parchi Nazionali italiani occupano una superficie di quasi 1,5 milioni di ettari, pari a circa il 4,8% di quella nazionale.

Un territorio esteso, complesso, eterogeneo, che comprende isole, zone litoranee, aree collinari, rilievi montuosi e interessa 530 comuni dislocati in 18 regioni.

All’interno di queste Aree Protette non si trovano solo bellezze naturali ma anche un grandioso patrimonio di emergenze archeologiche, storiche e culturali.

Una ricchezza ben comprensibile se si pensa che i Parchi racchiudono luoghi frequentati dall’uomo fin da epoche remotissime, utilizzati come siti di insediamento o come vie preferenziali di spostamento: i grandi valichi alpini e appenninici, le piane fluviali, le ampie distese litoranee, teatro per eccellenza di incontri tra i popoli del Mediterraneo e di scambio di saperi, di linguaggi, di tradizioni, di credenze e religioni.

I Parchi italiani sono dunque il risultato della convivenza tra comunità umane e ambiente.

In alcuni casi è stato proprio il realizzarsi di specifiche attività antropiche ad aver creato e mantenuto habitat di rilevante interesse conservazionistico.

Ovunque il mosaico tra gli elementi naturali e i segni lasciati dall’uomo caratterizza in profondità il paesaggio e restituisce compiutamente i valori identitari dei luoghi.

La conoscenza dei siti archeologici, degli edifici, degli insediamenti presenti nei Parchi ci aiuta a comprendere la storia della loro comunità e i cambiamenti avvenuti sul territorio.

I risultati, ancora non del tutto definitivi, del censimento realizzato dalla Direzione Generale per la Protezione della Natura e del Mare delineano un quadro che con il rigore dei numeri rafforza la consapevolezza dell’eccezionale valore del Capitale Culturale dei Parchi Nazionali.

Nel loro territorio e nelle zone immediatamente limitrofe, all’interno di quella che può essere considerata l’area di influenza turistica di ciascun Parco, ricadono 405 beni archeologici e 1244 beni artistico architettonici di interesse storico.

Si tratta di un patrimonio numericamente davvero ragguardevole e straordinario anche per varietà, un viaggio lungo migliaia di anni tra siti preistorici, aree archeologiche d’epoca greca e romana, eremi, chiese, fortificazioni, palazzi nobiliari, borghi medievali, percorsi storici.

Ne fanno parte elementi di assoluto rilievo nell’ambito del panorama complessivo dei beni culturali del nostro Paese.

Alcuni di essi hanno una visibilità che valica decisamente i confini nazionali.

I borghi delle Cinque Terre e gli Scavi di Pompei, il secondo sito culturale più visitato d’Italia nel 2014, rientrano tra le mete preferite dei visitatori stranieri.

Questo volume sintetizza il lavoro di catalogazione compiuto, riportando una rapida illustrazione dei tratti salienti dell’identità culturale di ciascun Parco, presentati attraverso una nota introduttiva che riepiloga le principali vicende storiche vissute sul proprio territorio seguita dalla breve illustrazione di pochi beni rappresentativi, scelti seguendo quattro criteri:

  • - importanza assoluta in relazione al patrimonio storico archeologico nazionale;
  • - importanza relativa in funzione delle testimonianze storico - artistiche presenti entro i confini dell’area protetta;
  • - stato di conservazione e quindi capacità di comprensione del bene da parte di un pubblico vasto;
  • - accessibilità e facilità di fruizione.

Non intende, quindi, essere una guida esaustiva del patrimonio culturale dei Parchi Nazionali ma semplicemente una porta d’accesso alla sua scoperta, un primo passo verso il riconoscimento di un aspetto di valore finora non considerato con la dovuta attenzione.

D’altra parte i risultati di questa indagine non serviranno solo a completare, staticamente, il quadro conoscitivo relativo alle valenze dei Parchi ma saranno utilizzati all’interno di differenti percorsi di comunicazione e valorizzazione dei territori. È un passaggio essenziale per migliorare l’informazione riguardo alle tante attrattive di queste aree, per renderne più agevole e meglio organizzata la fruizione, per favorire la connessione tra le strategie di conservazione della natura e le politiche di sviluppo locale.

L’accresciuta cognizione riguardo alla consistenza del patrimonio di beni culturali deve essere da stimolo per l’identificazione di indirizzi e azioni capaci di accrescere le sinergie tra Capitale Culturale e il Capitale Naturale. Mettere a sistema le differenti qualità locali è una delle vie per sviluppare esperienze virtuose di green economy, enfatizzando gli elementi di competitività dei nostri Parchi.

Il settore che maggiormente può beneficiare del potenziamento di queste connessioni è certamente il turismo. L’immagine dell’Italia nel mondo continua a essere fortemente legata alla sua offerta culturale, intesa non solo come ricchezza di beni storici, artistici e paesaggistici ma anche come peculiarità gastronomiche, artigianali e di tradizioni. Questo insieme di fattori costituisce il maggior richiamo per i viaggiatori stranieri. Il turismo culturale così inteso è uno dei segmenti in continua crescita e rappresenta una quota ragguardevole, poco più del 30%, dell’intero comparto nazionale.

Le ultime tendenze, inoltre, registrano una maggiore propensione alla visita dei centri minori e ad una conoscenza più dettagliata di destinazioni alternative, meno conosciute.

In questo scenario i Parchi possiedono tutte le caratteristiche per giocare un ruolo di primo piano, soddisfacendo la crescente richiesta di una esperienza di vacanza che consenta di integrare più aspetti - natura, tradizione, cultura, enogastronomia - in un tempo relativamente breve. È però evidente che questo di per sé non è sufficiente. Bisogna essere in grado di innovare profondamente le proprie modalità di offerta, seguendo le evoluzioni di un mercato in rapida evoluzione. La messa in valore delle identità culturali passa attraverso una adeguata qualificazione dei servizi primari.


Turismo culturale nei Parchi e nelle aree protette

La Carta di Roma è un’iniziativa ponte sulle interrelazioni e interazioni tra Capitale Naturale e Culturale. Essa mira a rafforzare le politiche in materia di natura e biodiversità, e a migliorarne l’integrazione con le altre politiche connesse con il territorio e con l’economia.

L’attuale crisi economica, che coinvolge molti paesi, richiede un ripensamento delle politiche economiche e la promozione di misure che mirino a garantire una crescita sostenibile e a lungo termine, con un’azione sinergica da attuare a tutti i livelli governativi, dal livello comunitario a livello nazionale e regionale. La Strategia UE 2020, per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, è un passo fondamentale verso la creazione di una nuova governance europea, incentrata sui bisogni della società e di tutto il pianeta, così come gli stretti legami tra politiche economiche, sociali, culturali e ambientali, compresi i posti di lavoro (COM/2010/2020).

La Commissione Europea ha inserito queste tematiche al centro di una serie di iniziative per rilanciare la crescita e l’occupazione nell’UE, come ad esempio l’”Iniziativa per l’occupazione verde: sfruttare il potenziale di creazione di posti di lavoro dell’economia verde” (COM / 2014/446) .

Tra i possibili strumenti e le iniziative da attuare per la promozione di posti di lavoro ”green”, di importanza strategica sono quegli investimenti che sostengono il ripristino e la conservazione del Capitale Naturale e lo sviluppo di sinergie tra Capitale Naturale e Culturale, come ad esempio la Strategia per le infrastrutture verdi (COM 2013/249). L’obiettivo generale è quello di attingere da entrambi questi Capitali per generare benefici economici, opportunità di lavoro e sostenere i settori chiave quali il turismo.

La strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2020 (COM (2011) 244), mira alla protezione della biodiversità per il suo intrinseco valore e si riferisce al mantenimento e la valorizzazione degli ecosistemi e dei loro servizi e contribuisce, tra l’altro, agli obiettivi di crescita sostenibile dell’UE e per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, promuovendo al tempo stesso coesione economica, territoriale e sociale e salvaguardia del patrimonio culturale dell’UE. La Strategia sottolinea inoltre che la chiave per la conservazione e il ripristino della biodiversità e quindi dei Capitali Naturali e culturali è la piena attuazione della legislazione UE sulla natura.

tratto da LA CARTA DI ROMA E I PARCHI NAZIONALI.